Asensi Matilde - 2006 - La camera d'ambra by Asensi Matilde

autore:Asensi Matilde
La lingua: ita
Format: mobi, epub
Tags: Thrillers, ebook gratuito - vietata la vendita, Suspense, Fiction
ISBN: 9788817044141
editore: Bur
pubblicato: 2010-03-14T23:00:00+00:00

L’aereo dell’Iberia decollò dall’aeroporto di Madrid alle sette di sera e, quando atterrammo a Oporto, gli altoparlanti annunciarono che erano le sette e cinque. Appena cinque minuti di volo...? Solo in quel momento mi resi conto della mia stupidità: in Portogallo c’è un’ora di differenza rispetto alla Spagna, quindi, ufficialmente, il mio volo da Madrid a Oporto era durato solo cinque minuti. La domenica, però, avrei impiegato due ore e cinque minuti per il volo di ritorno.

Scesi dall’aereo e salii sull’autobus che mi portò al terminal dell’aeroporto. Mentre aspettavo l’uscita del mio esiguo bagaglio dal nastro trasportatore, vidi José e Amalia che mi salutavano allegramente da dietro i vetri. José era bellissimo. Indossava un lungo cappotto blu scuro che lasciava vedere solo una piccola parte dei pantaloni stirati impeccabilmente e delle scarpe molto lucide. Sentii un colpo allo stomaco e mi chiesi ancora una volta perché diavolo fosse così terribilmente attraente. Se almeno quella ragazzina non fosse stata sempre presente...! La cosa stava diventando una vera seccatura.

José e io ci scambiammo i due baci di rigore e la fragranza della sua colonia, aspra e forte, risvegliò subito i miei sensi. Amalia, che indossava un giubbotto di pelle, jeans e scarpe da ginnastica, si limitò ad accostare rapidamente la sua guancia alla mia e a far schioccare leggermente le labbra vicino al mio orecchio. Quando mi staccai da lei, però, la sua bocca esibiva un sorriso angelico... Quella ragazzina doveva essere una peste e ne dedussi che non era affatto contenta di ospitarmi in casa sua nei due giorni seguenti. Se pensava che io ci andassi volentieri, si sbagliava di grosso. Avrei preferito alloggiare in una delle confortevoli e ampie stanze del Grand Hotel di Oporto (poter uscire dal bagno nuda era un bel vantaggio, per esempio), dove ero stata un’altra volta, anni prima, ma Cavalo si era opposto decisamente, quindi, che le piacesse o no, sarei stata con suo padre e con lei fino al pomeriggio della domenica.

Oporto mi fece la stessa impressione della prima volta: una piccola città sull’orlo del caos. Solo a Parigi ricordavo una simile quantità di gente e di macchine, con la notevole differenza che a Parigi le strade sono ampie e le segnalazioni dei semafori vengono rispettate, mentre a Oporto le vecchie stradine che salgono e scendono in un interminabile moto ondoso sono perennemente ingorgate. Ma, nonostante ciò, Oporto aveva qualcosa di familiare e gradevole che ti faceva sentire a casa tua.

José lasciò l’auto in un parcheggio sotterraneo della rua da Alegria e prese la mia piccola borsa da viaggio finché non raggiungemmo la rua de Passos Manuel, che si trovava girato l’angolo. Scorsi subito l’insegna dell’antica Ourivessaria. Ero molto curiosa di conoscere la sua casa, dove, come io nella mia, aveva vissuto per tutta la vita.

Le due case, infatti, mi sembrarono molto simili: antiche, grandi, dai soffitti alti e con molte stanze, la metà delle quali erano inutilizzate. Il salotto, che si affacciava sulla via per mezzo di grandi balconi, era arredato con vari divani e librerie.

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